TAC

Cos'è la TAC

E’ un esame diagnostico che utilizza raggi X e ci permette di visualizzare un distretto anatomico attraverso delle immagini di vere e proprie “fettine”, con spessore anche di pochi mm.

L’esame, con le moderne apparecchiature, viene eseguito in pochi minuti e, terminato l’esame, il paziente puo’ riprendere ogni normale attività.
Questa metodica, dato l’utilizzo di raggi X, anche se a dosi limitate, va eseguita solo in caso di necessità, dove è importante chiarire dei dubbi diagnostici non risolti con altre metodiche meno costose e dannose, come l’ecografia e la semplice radiografia.
Rappresenta per questo motivo in genere rappresenta un’indagine diagnostica di secondo livello.

Ogni parte del corpo puo’ essere esplorata con la TAC, il cranio, il collo, la colonna vertebrale, le articolazioni e gli organi del distretto addomino-pelvico.
Una delle sue piu’ diffuse applicazioni, è nella stadiazione di neoplasie, cioe’ nella valutazione dell’estensione della massa e nel riconoscimento di eventuali localizzazioni a distanza, nonche’ nel seguire l’evoluzione di eventuali neoplasie dopo trattamenti chirurgici, chemio o radioterapici.

Il mezzo di contrasto

I mdc sono sostanze che, utilizzate in corso di un’esame TAC, mettono meglio in evidenza determinate strutture anatomiche opacizzandole, cioè fungendo come da colorante.

I mdc iniettati endovena, sono, in genere a base di iodio, e consentono di evidenziare le strutture vascolari del macro e del microcircolo.
Quando si eseguono studi dinamici è indispensabile utilizzare la tecnica spirale, che consente di eseguire in una sola respirazione, l’acquisizione di immagini di tutta una regione anatomica, con iniezione di mdc “a bolo”, cioe’ rapidamente; questo risulta possibile solo mediante utilizzo di iniettori automatici che consentono di regolare i tempi e la velocità dell’iniezione.

Una TAC condotta in questo modo, per esempio, è indispensabile nello studio dei pazienti cirrotici, per l’individuazione di eventuali piccoli tumori primitivi del fegato, non rilevabili se non con tale tecnica.
Quando si devono “colorare” strutture digestive, si somministrano per via orale, mezzi di contrasto a base di iodio o di bario.

E’ pericoloso
il mezzo di contrasto?

Le sostanze iodate possono determinare fenomeni di allergia, anche se con l’utilizzo dei nuovi mdc non ionici, tale evenienza è divenuta notevolmente piu’ rara; è indispensabile, quindi chiedere, al paziente se sono capitati nel corso della vita episodi di allergia a farmaci o ad altre sostanze: in tal caso è preferibile rimandare l’esame dopo un’adeguata preparazione farmacologia antiallergica.

La maggior parte dei Centri, inoltre, sono forniti di tutti i presidi strumentali e farmacologici per far fronte ad eventuali complicanze allergiche.
Se poi, viene riferita una storia di allergia proprio a sostanze iodate, è preferibile la presenza in sala di un rianimatore, e l’esame va eseguito, previo consenso informato, solo dopo aver valutato la reale indispensabilità dell’esame e la sue insostituibilità con altre metodiche di indagine.

L’utilizzo di mezzi di contrasto iodato è controindicato anche in alcune situazioni patologiche, per cui vengono fatti eseguire al paziente, alcuni esami preliminari mirati prevalentemente ad escludere situazioni patologiche epatiche, renali e cardiache.
  • È preferibile esguire esami con mezzo di contrasto a digiuno da almeno 6 ore. 
  • Esami da eseguire prima di una somministrazione di mezzo di contrasto iodato 
  • Rx Torace, Elettrocardiogramma, Emocromo, Glicemia, Creatininemia, Azotemia, Q.E.P., Esame delle urine con ricerca della proteina di Bence Jones.